Il santo e la sua eccezionale eredità spirituale
Dedicata a San Vincenzo Ferrer (1350‑1419), domenicano valenzano celebre per la sua vita austera, la sua predicazione carismatica e più di 80 miracoli riconosciuti, la chiesa riflette la sua forza spirituale e carica storica. Il santo, insieme a Santa Caterina da Siena, promotore del ritorno del papa di Avignone a Roma e mediatore politico, è anche protettore dei vignaioli, dei costruttori di tetti e – simbolicamente – della famiglia Nuñes–Sanchez, sia portoghese che spagnola, che vollero dedicargli questo luogo sacro.
Architettura, affreschi e arte sacra
La chiesa barocca suggestiva è stata progettata dall’architetto Girolamo Theodoli, con due eleganti campanili a vela. Custodisce al suo interno pregevoli affreschi di artisti dell’Accademia di San Luca del VII:
- Pala d’altare maggiore affrescata da Giovanni Odazzi e affreschi laterali di Michelangelo Cerruti.
- Nella prima cappella, una delle prime statue dedicate alla Vergine dopo la proclamazione del dogma dell’Immacolata nel 1854 visto che Julie Bonaparte, stando a Parigi, era a conoscenza delle apparizioni di Lourdes.
- Nella cappella destra, una Madonna nera proveniente da Loreto.
- Un dipinto di San Domenico di Albert Besnard, ospite del salotto di Julie Bonaparte.
- Sotto il pavimento, una cripta con tombe dei Nuñes–Sanchez, dei del Gallo e del principe Oreste Braschi.
Un fulcro comunitario tra spiritualità e storia
Costruita nel 1732, la chiesa divenne presto luogo di devozione popolare e aggregazione. Inserita nel paesaggio ricco di storia e natura, la chiesa è affiancata dalla Torre Giulia, una “folly” in pietra costruita per Julie Bonaparte e dai sentieri dedicati ad Orazio.
Le valli circostanti, immortalate da Hackert e Corot, si offrono all’occhio nella loro pura bellezza, rendendo la chiesa un punto di meditazione e contemplazione immerso in uno scenario bucolico senza tempo.
Patrimonio da condividere per il futuro
Oggi, la Chiesa di San Vincenzo Ferrer è parte integrante dell’offerta culturale dei Giardini di Orazio e del Castello del Gallo. Restaurata e valorizzata, non è soltanto un luogo di culto, ma anche uno spazio aperto ad eventi, come quelli della stagione concertistica estiva e come anche ai momenti di riflessione collettiva. Visitarla significa immergersi in un racconto fatto di fede, arte e natura; di persone, volti e tradizioni.
È un’esperienza che intreccia spiritualità e storia, lasciando chi vi entra con il cuore e con lo sguardo rivolto alle colline, ai fiori del sottobosco e alle parole del santo che qui ancora sussurrano, generose, attraverso pietra e cielo.